PSICOCONDRIA

La psicologia del tifoso: l’amore per la Nazionale Italiana

Una scena del film febbre a 90°

Non è lo sport che ci infervora il cuore, è la Nazionale Italiana

Sabato, 2 Luglio 2016. Italia – Germania ore 21.00. Siamo giunti ai Quarti di finale del campionato europeo di calcio.

√ Birra in frigo (urlare di gioia fa venir sete)

√ Gli amici son già stati avvertiti (l’unione fa la forza)

√ La carne sfrigolerà sul barbeque (a fare il tifo vien fame)

È tutto pronto per la partita della nostra squadra del cuore. La Nazionale Italiana. E il tifo, questa volta, sarà più forte che mai perchè sabato gli Azzurri affronteranno la Germania.

Sarà che i Tedeschi non son mai riusciti a batterci nè ai mondiali nè agli europei. Sarà che la nostra Nazionale Italiana li ha sconfitti 15 volte sul campo (e loro solamente 8). Sarà che loro, per questi motivi, ci chiamano in modo arrogante «ARROGANTI» e pertanto non vinceremo.

Sarà per la Storia, l’Economia e la Politica.  Insomma “Sarà quel che sarà”  ma la cosa certa è che il tifo azzurro sarà più “avvelenato” che mai.

E tra le fila dei tifosi anche chi non si è mai interessato di calcio, chi si domanda con poca curiosità cosa sia il fuorigioco e le domeniche di partita ne approfitta per uscire perchè in giro non c’è nessuno!

Attenzione: quello è il tifoso più sfegatato. Quello che l’urlo se lo fa partire dal diaframma, lo passa al cuore che lo palleggia ai palmoni per poi  segnare con un “GOOOL” esplosivo.

Al tifoso occasionale, in realtà, continua a non fregargli nulla del calcio ma della Nazionale Italiana gli importa. Eccome!

Non è ipocrisia, non è (solo) il gusto di stare con gli altri. È quello che la Psicologia Sociale chiama Identità Transitoria. 

L’uomo è un essere aggregativo, ha bisogno di una dimensione gruppale e categoriale alla quale appartenere. Sentirsi parte di un gruppo (ingroup) discrimina tutte le caratteristiche e le persone dal gruppo di non appartenenza (outgroup) e ne definisce l’identità sociale. Tutto questo avviene attraverso tre processi:

Categorizzazione:  sei In(group) o sei Out(group)? Prese in analisi alcuni elementi vi è un’attribuzione di categoria in base alla massimizzazione di somiglia e differenze. Le variabili in esame potrebbero essere: sesso, età, ideologia politica, religione e così via.

Identificazione: la base psicologica per l’identità sociale che si costituisce attraverso l’appartenza multicategoriale. Qui nasce il tifoso occasionale, colui che si identifica transitoriamente con la Nazionale poichè Italiano (categoria d’appartenenza saliente). Il tifoso una tantum è nettamente differente dal tifoso appassionato di calcio e che segue una specifica squadra. Quest’ultimo sviluppa un forte senso identitario, tant’è che non solo ne condivide gioie e dolori, ma ne vive la storia considerandola come la Sua storia.

Paul, il protagonista del libro “Febbre a 90°” di N. Hornby, descrive bene questo senso viscerale di appartenenza

Non è facile diventare un tifoso di calcio, ci vogliono anni. Ma se ti applichi ore e ore entri a far parte di una nuova famiglia. Solo che in questa famiglia tutti si preoccupano delle stesse persone e sperano le stesse cose.

Quando penso a questo tipo di tifoso mi viene in mente il romanista d’hoc, tifoso da generazioni, con il “cuore giallorosso”. Considera il capitano come il suo Capitano, e chiama il primogenito Francesco (e non per il Papa). E se guardate le ultime statistiche 1.3% della popolazione del Lazio (e non laziale) si chiama così.  Il tifoso-del-momento di fronte alla sconfitta prova un profondo senso di tristezza e voglia di evitare gli avversari, il tifoso abituale, quello de-core, è invece sopraffatto dalla rabbia ed è quella che poi allo stadio viene sfogata il più delle volte in aggressività e questo ci porta all’ultimo passo:

Confronto sociale: il mio gruppo è meglio del tuo gruppo, perchè il tuo è inferiore. Questo perchè l’autostima del singolo (e in questo caso del tifoso) è allargata a quella di tutto il gruppo. Se la mia squadra vince è come se vincessi anche io. Anch’io ho dato il mio contributo per raggiungere l’obiettivo. Andando a semplificare, in questo caso, forse è il pensiero magico che porta il tifo a sostenere la squadra e quindi a vincere.  In realtà il confronto sociale è anche alla base dei più recenti atteggiamenti razzisti nei confronti degli immigrati (ma questa è un altra stori…articolo)

Se avete letto tutto l’articolo vi comunico che avete avuto appena a che fare con la Teoria dell’identità Sociale di H.Tajfel e siccome lo psicologo era britannico oggi avrebbe tifato Inghilterra, anzi non più!

Insomma siete pronti per sabato? FORZA AZZURRI!

CONSIGLI PER LA LIBRERIA: N. Hornby, Febbre a 90°, 1992