PSICOCONDRIA

Cybercondria: l’ipocondriaco tecnologico.

Cybercondria e il Dottor Google

Ti eri seduto al computer per cercare  i rimedi naturali al tuo mal di testa e sei finito per autodiagnosticarti  una malattia rara che, essendo rara, perfino i medici avranno difficoltà a riconoscere.

“Ce l’ho, ce l’ho, mi manca.” Non collezioni figurine ma sintomi.

Beh, effettivamente, potrebbe essere solo una banale cefalea ma dopo ore di ricerche su internet non puoi neanche escludere che sia un tumore.

L’ansia cresce e decidi di recarti dal medico, il quale, non capisce l’entità dei tuoi timori. Sottovaluta la situazione, forse è meglio approfondire con qualche altra ricerca. Fortunatamente ci sono forum che affrontano il problema e puoi consultarti in maniera diretta con altri specialisti del settore e con chi, purtroppo, sta vivendo la tua stessa situazione. Il tuo stesso malessere.

Più ti informi e più hai paura che per te non ci sia nulla da fare. Vorresti leggere tutto lo scibile umano alla ricerca della certezza di avere questa o quell’altra malattia, vorresti capire cosa fare e se veramente è così grave come pensi. E passano ore, i giorni, settimane dalla prima ricerca.

Se ti rispecchi in queste parole, probabilmente soffri di cybercondria.

Tutti abbiamo la tendenza all’autodiagnosi e all’automedicazione e internet ci ha fornito un mezzo rapido e veloce per “alimentare” questa brutta abitudine. Se da una parte non dobbiamo più andare dal medico alla minima sciocchezza (dimezzando i tempi in sala d’attesa per chi del medico ha davvero bisogno), dall’altra inevitabilmente si diffonde una sottile sfiducia nei confronti della preparazione dello specialista avvallata da una ricerca ossessiva della categoria diagnostica dove poterti “accomodare”.

E se prima, l’ipocondriaco si recava dal dottore e affrontava tutte le lungagini diagnostiche, ora rimane da solo nella paura di avere qualcosa di grave. Ebbene sì, il cybercondriaco non è altro che l’ipocondriaco ai tempi di internet.  Una digi-evoluzione!

Purtroppo, nella sua solitudine, non fa altro che alimentare la paura di essere malato  poichè la ricerca delle informazioni non è  volta alla rassicurazione ma a una disconferma della diagnosi ricevuta o autodiagnosticata.

 

Come riuscire ad uscirne? Prima che lo chiediate a Google, la risposta è molto semplice. Affidatevi a un bravo psicologo o psicoterapeuta che vi aiuterà a interrompere questo circolo infinito d’ansia.