PSICOCONDRIA
Un signore gesticola e urla per strada, in mezzo alla folla. SCHIZOFRENIA.
Un bambino non sorride, non guarda la madre negli occhi, ha il viso girato altrove. AUTISTICO.
Una donna piange sconsolata seduta su una panchina. DEPRESSIONE.
Un vecchietto, da 30 minuti, è solo a una fermata degli autobus ma non sale su nessuno. DEMENZA SENILE.
Invece…
Il signore litiga al telefono con l’auricolare.
Il bambino è distratto da un palloncino che vola.
La donna ha semplicemente avuto una brutta giornata.
Il vecchietto aspetta il nipote che torni da scuola.
Psicocondria, una nuova (ma inventata) “categoria diagnostica” per chi riconosce il mentale dietro all’agire quotidiano fatto di azioni potenzialmente psicopatologiche.
Psicocondria, disturbo che trasforma le percezioni in errate interpretazioni.
Si presenta sotto forma di ricerca ossessiva di segni e sintomi immaginari da ricondurre a malattie mentali reali. Affligge il paziente almeno una volta nella vita e ha un decorso più o meno stabile.
Psicocondria è, quindi, la facilità di diagnosi, in sé stessi e negli altri.
Nel Dizionario della Psicologia, a cura di Galimberti, potrebbe occupare la seguente voce:
Psicocondria, preoccupazione – convinzione o desiderio – legata alla paura di una “grave” malattia mentale propria o degli altri, basata sulla errata interpretazione di uno o più sintomi fisici e mentali.
Che sia patologia o una predisposizione caratteriale sotto sotto c’è sempre qualcosa. Parliamone insieme.